Due nuovi sentieri, presenti sul portale CAI Parma, si aggiungono ai tre percorsi esistenti:
Anello dei Mulini
L’Anello dei Mulini (Sentiero CAI 742 e 742A) si snoda in un percorso ricco di rilevanze storico culturali, tra il Torrente Baganza e le colline di Felino.
Il percorso, che parte dal Mulino Boschi (1) a Felino in via Molino, ha una lunghezza di km. 13,5, un dislivello di 140 m. e tocca i mulini – Molinetto (5), Mulino Ortalli (7), Mulino di San Michelino (9), Mulino della Resga (10) – ancora presenti, anche se non più attivi, lungo il “Canale del Vescovo”.
Il sentiero oltrepassa alcuni Rii – Rio Bertone (2) e Rio S. Ilario (3) – e al momento nel tratto a San Michele Gatti si sviluppa nell’alveo del T. Baganza, perciò non può essere utilizzato in caso di maltempo o dopo abbondanti piogge, ma occorrerà servirsi del marciapiede che costeggia la Strada Provinciale n. 15 per Calestano.
Anello dei Poeti del Cinghio
L’Anello dei Poeti del Cinghio è identificato come Sentiero CAI 744 e 744A ed è idealmente dedicato ai tre poeti che da fine Seicento ad oggi hanno scritto odi dedicate al torrente Cinghio (Tommaso Ravasini, Armando Benassi e Attilio Bertolucci), riportate su pannelli posizionati lungo il percorso.
Tale percorso, che parte dalla Chiesa di San Michele Tiorre, ha una lunghezza totale di 12.5 Km, dei quali 7,7 su carraia e bosco, mentre i restanti 4,8 km su strada asfaltata, con un dislivello di 460 m. Il sentiero, procedendo per via Trieste, oltrepassa “le Burattine”, attraversa il “vigneto Amadei”, fino ad arrivare a “Nandesano” e alla “Forca del Cinghio”, quindi raggiunge la chiesa di Casatico, per poi offrire lo splendido panorama da Tiorre e la vediìuta del Castello di Torrechiara, per arrivare all’ex Chiesa di Tiorre e rientrare a Tiorre dopo aver potuto vedere l’iscrizione del 1587.
Percorso il Gallo (colore rosso)
Percorso “Il Gallo”, Anello di km. 11, Temp di percorrenza a piedi: h. 2,15, Dislivello: 200 m
Questo itinerario, denominato “Il Gallo” dal nome attribuito a una delle località toccate durante la passeggiata, è oltremodo suggestivo dal punto di vista naturalistico, in quanto si delinea tra boschi e prati dove è possibile incontrare una fauna elusiva, ma molto interessante.
Si consiglia quindi nel periodo da marzo a novembre.
Il cammino prende il via dal centro del capoluogo, facilmente raggiungibile dai paesi limitrofi, prosegue verso sud come indicato nella cartina, fino a raggiungere – visibile sulla destra – il Mulino di Felino, già denominato “Molino di sotto” nelle mappe del 1662 e del 1670.
Il Mulino, che nella struttura architettonica conserva tracce di elementi romanici, nell’anno 1869 era di proprietà di Francesco Boschi; per successione passò poi al figlio Luigi che lo ha gestito fino all’anno 1954. Venne quindi acquistato da Macedonio Boschi e poi ereditato dal figlio Bonfiglio, a cui è succeduto il figlio Pietro. Dal 1979 non è più in attività.
Proseguendo da qui fino all’incrocio con via Venturini, punto in cui occorre svoltare a destra, si percorre il naturale confine tra la zona pianeggiante e i primi rilievi, che si evidenziano sulla sinistra. Raggiunto il bivio che condurrebbe al Castello di Felino, occorre invece mantenere la destra su via Venturini fino a raggiungere la località Maglio. Qui sorgeva un antico molino di cui non rimangono tracce, presente però nelle due mappe del 1662 e del 1670. Per la sua particolare posizione a valle del Castello, il molino veniva indicato come “Molino del Castello”.
Via Venturini prosegue avvicinando la propria direttrice al Torrente Baganza, fino a disegnare un gomito verso destra in corrispondenza di case Fontana ed entrare nel territorio della località San Michele dé Gatti.
Qui si trova, sulla sinistra, il Follo, un’antica segheria sul canale del Vescovo attiva fino agli anni ’60 (e forse in precedenza molino, come attestavano le macine negli scantinati) e di cui un recente recupero ne ha fedelmente conservato le volumetrie nonché le caratteristiche cromatiche dei materiali.
In corrispondenza al primo incrocio è ben visibile la Chiesa di Michelino. D fronte alla chiesetta parrocchiale si erge la villa seicentesca denominata Villa Ceci, già Villa Mussi.
A questo punto, invece di proseguire verso Calestano, occorre spostarsi su Via Molino, a sinistra, strada che ci dirige verso i rilievi e, naturalmente, al Mulino Savani, in disuso da anni e, dopo essere stato restaurato, destinato ora ad abitazione. (Durante i lavori di restauro fu rinvenuto un coppo datato 19 giugno 1782.)
Superato il Mulino, la strada, che prende il nome di “Carcarara” si insinua fra i rilievi, sino a raggiungere appunto la località il Gallo, fiancheggiando l’interessante valle del Rio Bertone. Dopo aver lasciato la località Buca dei Lori e dopo aver girato a sinistra all’incrocio con Via Riccò, ci si dirige verso Barbiano. All’ingresso della frazione incontriamo La Pieve. Da Via Ricò, sempre verso Nord, si ripercorre quindi al contrario la direttrice dell’itinerario iniziale, dai colli anzichè da valle. Mantenendo la sinistra al primo bivio dopo Barbiano, si evita di transitare presso il Castello e si raggiunge velocemente Via Venturini, la Pedemontana e il centro del Capoluogo dove l’itinerario si conclude.
Percorso del Castello (colore blu)
Percorso del Castello
Anello di 6 km
tempo di percorrenza a piedi: h 1,45
Dislivello: 135 m
Questo percorso attraversa l’area di maggiore interesse storico di tutto il Comune. Si consiglia nel periodo primaverile ed autunnale. Il percorso inizia nell’abitato di Felino nei pressi della Chiesa Arcipretale. Il tragitto prosegue verso via Venturini che è costeggiata per alcune centinaia di metri dal bellissimo muro di cinta della proprietà Caumont Caimi. Giunti in località “Pettenello” troveremo sulla sinistra una stradina sterrata che conduce dopo una breve, ma ripida salita sulla sommità del colle su cui si erge il Castello di Felino.
Lasciato il Castello si prende, ancora verso sud, per via Ricò in direzione Barbiano. La strada sovrasta sulla sinistra la parte alta della Valle del Rio del Castello, coperta per la maggior parte da prati e coltivazioni di cereali, e sulla destra la vallata del torrente Baganza ormai ampia e fiancheggiata sul versante di Sala Baganza dai famosi calanchi di Maiatico. L’itinerario dopo alcuni tornanti, prende a sinistra per via Carroni, la quale è una delle poche strade bianche del Comune, particolarmente adatta per gli amanti della mountain bike. Percorrendo Via Carroni il panorama è veramente suggestivo, in quanto sulla sinistra oltre a intravedere il Castello in mezzo ad alberi anche secolari, è possibile ammirare i boschi, che costeggiano il già citato Rio del Castello, costituiti per la maggior parte da castagni governati a ceduo, da querce, aceri e gaggie, e sui quali si aggirano scoiattoli e picchi verdi, mentre sulla destra è osservabile il Rio Silano, che scorre nel primo tratto fra prati ed è poi contornato da boschetti via via più cospicui.
La strada termina, dopo il viale di gelsi che conduce a Villa Brian (fabbricato costruito secondo il classico tipo delle ville parmigiane primo ‘800, ma senza altana centrale), sulla Pedemontana di fronte alla corte Marcandrea, già Malatacca.
Si prende dunque la strada Pedemontana in direzione Felino sino a raggiungere il Torrione. Si gira quindi a destra e, dopo aver coperto qualche decina di metri, a sinistra per Via Matteotti. Percorrendo le vie Corridoni e Carducci, (che conducono al centro del paese) e quindi alla piazza principale è possibile inoltre ammirare due edifici interessanti: la Casa del Rigoletto e la Farmacia Bracchi.
Percorso La costa (colore verde)
Percorso “La Costa”
Anello di km 8
Tempo di percorrenza a piedi: h 2,00
dislivello: 163 m.
Questo percorso che chiamiamo “La Costa” dal nome di un tratto di strada che unisce la frazione di San Michele Tiorre con quella di Barbiano, è un bel tragitto dal punto di vista panoramico in quanto le sue strade principali – Via Costa e via Favale – sono strade di crinale sulle prime colline del Comune di Felino.
L’itinerario inizia dalla piazza principale di San Michele Tiorre nella quale oltre ad essere ubicato l’Ufficio postale si trova all’ombra di bellissimi tigli la Chiesa del paese. Le prime notizie sulla chiesa si hanno nel 1105 quando Papa Pasquale II donava ai Benedettini la Chiesa di S. Michele “de Toliorio in plebe de Arolis” (Arola), possesso confermato da Enrico IV (1111) all’Abate del prestigioso monastero di S.Benedetto al Polirone nel mantovano, legato alla potente famiglia dei Canossa. Il “prioratus Sancti Michaelis” rimase fino almeno a tutto il XV sec. soggetto al prestigioso cenobio.
Nel 1564 è attestata come “chiesa curata” tenuta al versamento delle decime al Vescovo di Parma. Il priorato era unito poi all'”Hospitale Ulmazzoli” e sino ai primi dell’800 rimase all’ordine benedettino. Nei pressi sorgeva un oratorio barocco dedicato a S. Caterina da Siena e a S. Francesco di Paola, poi detto di S. Anna. Fu completamente trasformata nel XVII secolo. Da ricordare nell’interno un dipinto a olio su tavola di scuola parmigiana della prima metà del XVI sec (Vergine col Bambino e i SS. Michele e Antonio) e nel presbiterio un altare in legno della prima metà del XVII secolo.
Abbandonata la piazza si prende a sinistra per via Montegrappa, strada che dopo aver costeggiato alcune ville si inerpica su una breve ma ripida salita (100 metri di dislivello in un breve tratto di strada) sino ad arrivare in località Sant’Andrea, quando cambia nome e diventa appunto via Costa.
Da qui il tragitto rimane sempre in quota con un sali e scendi costante che permette di ammirare le sottostanti valli del Rio Cinghio sulla sinistra e del Rio Sant’Andrea sulla destra.
La prima vallata formata dal torrente omonimo, che è dopo il Torrente Baganza il corso d’acqua più importante del territorio felinese, è caratterizzata nella parte alta, quella ricadente nel Comune di Langhirano, da un rigoglioso bosco (governato per lo più a ceduo); l’essenza arborea dominante è la quercia, però sono pure presenti ornielli, carpini bianchi, noccioli, ciliegi, ecc..; nel fondo della valle vicino al rio sono invece presenti soprattutto pioppi neri e salici.
Man mano che si scende lungo la valle i boschi si riducono sempre più fino a divenire un’esigua striscia vicino al corso d’acqua, ove è facile anche trovare delle pervinche, che assume comunque un elevato significato ecologico per la flora e la fauna che in essa vivono.
La seconda valle prende il nome dal Rio Sant’Andrea che nasce nei pressi della località di Nandesano a Barbiano. La prima parte della valle è coperta da prati e da un piccolo laghetto.
Subito dopo il laghetto il Rio ha scavato una profonda e boscosa forra: le pendici di questa parte della valle sono infatti particolarmente erte e coperte di un bosco rigoglioso con varie essenze tipiche di un ambiente abbastanza umido.
Le presenze arboree che predominano in questo bosco sono le querce e i carpini.
Il bosco è inoltre popolato da una fitta schiera di piante erbacee; interessante è la presenza di orchidee purpuree e dell’orchidea primaverile, di mammiferi e di vari uccelli.
Il Rio Sant’Andrea esce poi da questa forra, passa nei pressi del lago Matteo e prosegue la sua corsa verso valle attorniato da siepi, e piccoli boschetti di querce, pioppi, salici, gaggie, carpini, ornielli ed altre presenze arboree. Giunti al lago Matteo (piccolo specchio d’acqua in cui viene praticata la pesca sportiva) via Costa non è più asfaltata e diventa strada bianca sino all’abitato di Barbiano che si raggiunge dopo aver percorso una breve salita (67 m di dislivello).
A Barbiano (via Rico’) l’itinterario ci porta a destra, verso nord, e dopo un breve tratto di strada ci conduce, girando nuovamente a destra, su via Favale.
La strada completamente asfaltata è, sino a diventare via Trieste, una strada di crinale, da cui si può godere un bellissimo panorama in quanto sulla sinistra si può osservare la valle del Rio Silano, già descritta nell’itinerario del Castello, sulla destra si può ammirare la valle del Rio Sant’Andrea di cui abbiamo parlato prima, e di fronte si può contemplare la Pianura Padana.
Il cammino dopo aver passato il “Co’ di Sotto” (un piccolo gruppo di case) fiancheggia la collina Monte Leoni, nella quale tra il 1973 e il 1974 è stato rinvenuto un villaggio risalente all’età del bronzo, che è il più antico venuto alla luce nella Provincia di Parma.
Il percorso continua sempre in posizione dominante fino alla loc. “Favale di Mezzo”, ove degrada velocemente sino al paese di San Michele Tiorre, e quindi si conclude in Piazza Pontirol Battisti.